Giovedì, le borse europee hanno chiuso tutte in rialzo dopo che la banca centrale europea ha aumentato di mezzo punto percentuale il costo del denaro nell’area dell’euro, portando il tasso di interesse sui depositi al 2,5% e le operazioni di rifinanziamento marginale al 3%.
Si è trattato del livello più alto dalla fine del 2008. È la quinta volta che i tassi aumentano dal 27 luglio dello scorso anno. E’ stata una decisione annunciata in anticipo a dicembre.
A seguito di questo intervento, i rendimenti dei titoli di Stato europei, con i BTP italiani in calo di quasi 20 punti. Si ritiene probabile che il Consiglio prenda ulteriori decisioni in base alla situazione economica. Tuttavia gli investitori ritengono che, nonostante l’atteggiamento da falco della Lagarde, la Bce non avrà bisogno di intervenire ulteriormente.
La decisione della Bce ha fatto seguito all’aumento dei tassi dello 0,25% da parte della Fed, che non ha avuto conseguenze di rilievo, come già previsto, con il presidente Powell ha escluso qualsiasi taglio nel corso di quest’anno.
Venerdì mattina i mercati azionari europei sono partiti in territorio negativo, per poi accentuare le perdite nel corso della giornata. Nel pomeriggio, intorno alle ore 16:00, il Ftse Mib di Milano arrivava a perdere quasi l’1%.
Anche il Dax di Francoforte viaggiava in negativo dello 0,70%, mentre era in controtendenza il Cac40 di Parigi che era in rialzo dello 0,26%.
Intanto i mercati azionari statunitensi sono partiti in calo venerdì. In apertura, il Dow Jones Industrial Average era sceso brevemente di 175 punti e in lieve discesa erano anche lo S&P e il Nasdaq, dopo un forte rapporto sull’occupazione di gennaio.
I mercati sono stati frenati a causa dei dati sorprendentemente positivi sulle buste paga, che hanno indicato la limitatezza del mercato del lavoro, dando alla Federal Reserve il via libera per mantenere i rialzi dei tassi.
In particolare i dati, resi noti dal Dipartimento del Lavoro, mostrano un aumento dei posti di lavoro molto più consistente di quanto previsto: 517.000 contro i 185.000 stimati, in aumento rispetto alla crescita di 223.000 unità di dicembre.
Secondo Econoday, negli ultimi otto mesi e in 10 degli 11 precedenti i salari sono cresciuti più di quanto previsto. Il tasso di disoccupazione è risultato più basso del previsto, al 3,4% invece che al 3,6%. Il salario orario medio è aumentato dello 0,3%, in linea con le previsioni.
Di conseguenza, il rendimento del Tesoro decennale ha avuto una breve pausa ed è salito al 3,50%, mentre il rendimento a due anni si è attestato al 4,245%.
Intanto, Deutsche Bank ha ridotto il titolo di Ford Motor dal rating sospeso a “vendere” dopo che la società non ha soddisfatto le aspettative per il quarto trimestre. La performance di Ford nel trimestre è stata inferiore sia alle previsioni del mercato che alle proprie stime, a causa di ostacoli operativi. Le azioni sono scese di oltre l’8% prima dell’apertura del mercato.
Venerdì i prezzi mattina del petrolio sono ancora scesi, dopo due giorni di cali consecutivi. I futures del West Texas Intermediate hanno superato i 76 dollari al barile, con un calo di quasi il 5% in due settimane.
Già nella mattinata, i futures sulle azioni statunitensi sono scesi venerdì a causa dei risultati inferiori alle attese delle principali società tecnologiche, mettendo in dubbio la stabilità dell’attuale impennata del mercato. In particolare, i futures sul Nasdaq 100 sono scesi dell’1,5%, quelli sullo S&P 500 dello 0,5% e quelli sul Dow sono rimasti invariati.
L’euro si è nuovamente indebolito nei confronti del dollaro dopo l’intervento della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea, scendendo da 1,0897 a 0,12% durante la sessione asiatica. Allo stesso tempo, il rendimento dei titoli decennali del Tesoro USA è sceso dal 3,4% al 3,38%.
Venerdì, hanno chiuso contrastati i listini del Vecchio Continente. Maglia nera il Ftse Mib di Milano che ha perso lo 0,55% a 26.950,74. Il Dax di Francoforte è sceso dello 0,21% a 15.476,43 e il Cac40 di Parigi, in controtendenza, ha realizzato un +0.94% a 7.233,94. Il Ftse100 di Londra ha chiuso in rialzo dell’1,04% a 7.901.80.
I listini azionari statunitensi hanno chiuso in territorio negativo: lo S&P 500 è sceso dell’1,04% a 4.136,48, il Dow Jones ha perso lo 0,38% a 33.926,01 e il Nasdaq ha realizzato un -1,59% a 12.006,96.
Listini di venerdì 3 febbraio 2023
FTSE Mib Milano -0,55% a 26.950,74
Dax -0,21% a 15.476,43
Cac 40 +0.94% a 7.233,947
Ftse 100 Londra +1,04% a 7.901.80
S&P 500 -1,04% a 4.136,48
DOW Jones -0,38% a 33.926,01
NASDAQ 100 -1,59% a 12.006,96.