Martedì le prime indicazioni che dai mercati statunitensi, segnalavano i futures azionari in leggera salita. I futures sul greggio risultavano in aumento del 2% dopo che l’OPEC+, nella riunione di lunedì, aveva deciso, in maniera inaspettata, di tagliare la produzione di 100.000 barili al giorno in ottobre. Un segnale di indebolimento dell’economia globale.
Nella giornata di lunedì 5 settembre l’Euro ha registrato il minimo storico sul dollaro dal 2002, con la moneta unica scesa sotto 0,99 dollari, per poi recuperare leggermente. Negli ultimi tre mesi la valuta europea ha perso circa l’8% del suo valore rispetto al dollaro. Questa diminuzione è stata una conseguenza all’annuncio dell’interruzione delle forniture di gas russo attraverso il gasdotto Nord Stream 1, che non riprenderà il flusso come era stato invece inizialmente previsto.
Il minimo dell’euro giunge a pochi giorni dalla riunione della Banca Centrale Europea, che si riunirà l’8 settembre. In questa sede Christine Lagarde, presidente della Banca, deciderà se aumentare i tassi di 50 o 75 punti base in contrasto all’inflazione che nell’Eurozona è cresciuta al 9,1%.
Intanto martedì mattina Milano procedeva sulla parità a metà seduta, mentre gli indici europei erano leggermente positivi. Lo spread scendeva a 237 punti base per chiudere, alla fine, a 234,18.
Martedì le principali borse europee hanno chiuso in territorio positivo, ad eccezione di Milano che è rimasta invariata a 21.480,61. Francoforte ha guadagnato lo 0,87% a 12.871,44 e Parigi è salita dello 0,19% a 6.104,61. L’indice di Londra ha chiuso con un +0,18% a 7.300.44.
Chiusi lunedì i mercati statunitensi per la festa del lavoro, i futures sono stati scambiati regolarmente e lunedì sera i futures Dow Jones sono saliti, insieme ai futures S&P 500 e ai futures Nasdaq. Anche quelli relativi al greggio sono rimbalzati quando l’OPEC+ ha concordato inaspettatamente un piccolo taglio della produzione. Intanto, la Russia ha affermato che i flussi di gas naturale verso l’Europa rimarranno chiusi fino alla revoca delle sanzioni occidentali.
Il rally del mercato azionario si era arrestato di nuovo bruscamente la scorsa settimana, superando i livelli chiave.
L’OPEC+ ha deciso di tagliare in ottobre le quote di produzione di 100 mila barili al giorno. Tuttavia non è certo che la produzione diminuisca di molto perché diversi membri del cartello non rispettavano già le quote esistenti. In ogni caso quello dell’OPEC+ è un segnale di indebolimento dell’economia globale.
Martedì, in mattinata, i futures del Dow Jones sono aumentati dello 0,45% rispetto al fair value. I futures S&P 500 hanno registrato un +0,5% e i futures Nasdaq 100 +0,65%.
Il rendimento statunitense dei Treasury a 10 anni è salito di 3 punti base al 3,22%.
Segnali preoccupanti dalla Cina, che ha esteso il lockdown Covid a Chengdu, territorio con oltre 21 milioni di residenti. L’hub tecnologico di Shenzhen, dovrà affrontare restrizioni a più livelli, dopo essere stato sottoposto a test di massa nel fine settimana.
Martedì listini statunitensi hanno chiuso tutti in leggera discesa: Lo S&P 500 ha perso lo 0,41% a 3.908,19, il Dow Jones è sceso dello 0,55% a 3.908,19, il Nasdaq -0,74% a 3.908,19.
Listini di martedì
FTSE Mib Milano 0,00 a 21.480,61
Dax 40 +0,87% a 12.871,44
Cac 40 + 0,19% a 6.104,61
Ftse 100 Londra +0,18% a 7.300.44
S&P 500 -0,41% a 3.908,19
DOW Jones -0,55% a 3.908,19
NASDAQ -0,74% a 3.908,19.