Mercoledì le prime indicazioni dei mercati asiatici non erano positive. L’Hang Seng, in calo per la quinta sessione consecutiva, perdeva circa l’1,8%, i minimi degli ultimi 25 mesi. Anche il Nikkei era in territorio negativo, cedendo quasi l’1%. I dati cinesi non sono del tutto positivi e a pesare anche il timore dei rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed.
La Cina, a causa dei casi di Covid in tutto il paese, ha imposto blocchi a più di 60 milioni di persone. A Chengdu è probabile che venga imposto un blocco completo. Anche l’hub tecnologico Shenzhen è soggetto a restrizioni significative. Tutte queste restrizioni stanno mettendo alla prova l’attività economica.
A Wall Street i futures azionari sono scesi leggermente durante la notte. Il rialzo del mercato azionario statunitense sta incontrando difficoltà a causa degli aumenti dei rendimenti dei Treasury.
In Europa l’8 settembre si riunirà la Banca Centrale Europea. La presidente Christine Lagarde, dovrà decidere se aumentare i tassi di 50 o 75 punti per tentare di arginare l ‘inflazione cresciuta al 9,1% nell’Eurozona.
Mercoledì, intanto, le borse europee sono partite deboli. Nella mattinata Milano si manteneva sulla parità, mentre le altre piazze europee arretravano dello 0,40%. Lo spread ha chiuso a 227,81.
Mercoledì i listini europei hanno chiuso pressoché stabili rispetto alla giornata precedente. Milano ha guadagnato solo lo 0,04% a 21.489,36, Francoforte in rialzo dello 0,35% a 12.915,97 e Parigi +0,02% a 6.105,92. L’indice di Londra ha perso lo 0,86% a 7.237.83.
Mercoledì i futures Dow Jones scendevano dello 0,35% rispetto al fair value. In discesa anche i futures S&P 500 dello 0,3% e quelli del Nasdaq 100 dello 0,35%.
Il rialzo del mercato azionario ha perso più terreno poiché i rendimenti dei Treasury sono aumentati. Il Nasdaq è sceso per sette sessioni consecutive. Così come il Russell 2000. In questo periodo il Dow Jones e lo S&P 500 hanno avuto un rialzo solo in un giorno.
Negli Stati Uniti i prezzi del greggio sono aumentati di 1 centesimo dalla chiusura di venerdì a 86,88 dollari al barile. Questo dopo essere salito del 4% lunedì mattina, in seguito all’annuncio dell’OPEC+ che ha ridotto leggermente le quote di produzione. Anche i futures sul gas naturale erano crollati del 7,3%, ritirandosi sempre di più dai massimi di 14 anni, nonostante la dichiarazione della Russia che non ripristinerà i flussi di gas naturale in Europa se le sanzioni saranno revocate.
Intanto mercoledì i futures sul petrolio greggio e sul gas naturale sono diminuiti di oltre l’1%.
I listini statunitensi hanno chiuso tutti in territorio positivo: Lo S&P 500 ha guadagnato l’1,83% a 3.979,87 il Dow Jones è salito dell’1,40% a 31.581,28, il Nasdaq +2,14% a 11.791,90.
Listini di mercoledì
FTSE Mib Milano +0,04% a 21.489,36
Dax 40 +0,35% a 12.915,97
Cac 40 + 0,02% a 6.105,92
Ftse 100 Londra -0,86% a 7.237.83
S&P 500 +1,83% a 3.979,87
DOW Jones +1,40% a 31.581,28
NASDAQ +2,14% a 11.791,90.