Dopo le chiusure contrastate dei mercati statunitensi, mercoledì le attese erano per un’apertura in rialzo dei mercati europei.
In giornata gli investitori sono in attesa delle minute del Fomc degli Stati Uniti, per avere ulteriori conferme su una possibile economia in recessione. In un’intervista rilasciata martedì, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che non pensa che ci possa essere una recessione, ma che in ogni caso se si dovesse verificare questa sarebbe “molto lieve”, “ci sposteremo leggermente verso il basso”, ha affermato.
Mercoledì è stato reso noto l’indice dei produttori del Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti, che è risultato in aumento dello 0,4% a settembre rispetto al mese precedente. Le stime Econoday prevedevano un aumento dello 0,2%. L’inflazione all’ingrosso negli Usa è aumentata dell’8,5% rispetto a un anno fa, superiore alla stima dell’8,4%.
Intanto in Italia non si arresta il rialzo dei rendimenti. Nell’ultima asta di Bot annuali il rendimento ha superato il 2,50%. Mercoledì lo spread ha chiuso in rialzo superando i 244 punti base.
Mercoledì è stata ancora una giornata negativa per le borse europee. Il Ftse Mib di Milano, maglia nera in Europa, ha perso l’1,27% a 20.466,77. Il Dax di Francoforte è sceso dello 0,39% a 12.172,26, il Cac40 di Parigi ha chiuso con un -0,25% a 5.818,47. Ha perso anche il Ftse100 di Londra che ha chiuso con un -0,86% a 6.826.15.
Mercoledì mattina i futures sulle azioni statunitensi erano in rialzo: i futures Dow Jones guadagnavano lo 0,69%, S&P 500 Futures +0,81% e Nasdaq 100 Futures +1,03%.
Martedì subito dopo l’apertura, il Nasdaq e lo S&P 500 avevano stabilito nuovi minimi di mercato al ribasso. Il Dow Jones, che non è sceso molto, aveva iniziato a rimbalzare quando i rendimenti dei Treasury iniziavano a scendere. Tuttavia dopo un leggero rialzo, lo S&P 500 e il Nasdaq sono scesi per la maggior parte del pomeriggio quando i rendimenti hanno ripreso a salire. Il Dow ha ottenuto un piccolo guadagno. Il mercato azionario, che era partito debole, ha cercato di rimbalzare, ma il rialzo è svanito nuovamente, guidato dal Nasdaq. Più volte, negli ultimi tempi, il mercato azionario si è impennato su dati e notizie riguardanti l’inflazione, eventi Fed e altri rapporti rilevanti, ma quando le notizie reali non hanno soddisfatto le aspettative degli investitori, i titoli hanno poi subito cali significativi.
Intanto mercoledì è stato reso noto l’indice dei produttori del Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti che è aumentato dello 0,4% a settembre rispetto al mese precedente. Si tratta di un dato più caldo dell’aumento previsto dello 0,2%, secondo le stime di Econoday. L’inflazione all’ingrosso è aumentata dell’8,5% rispetto a un anno fa, superiore alla stima dell’8,4%.
Mercoledì il rendimento del Treasury a 10 anni è salito al 3,96% e in procinto di estendere una serie di rialzi consecutivi di quattro giorni. Il rendimento del Tesoro a 10 anni si sta avvicinando al 4%, come a fine settembre.
Mercoledì sono scesi i prezzi del petrolio di oltre 1% negli Stati Uniti, con i futures del Wti vicino 88 dollari al barile.
Ancora una giornata di ribassi anche per gli indici statunitensi: lo S&P 500 ha perso lo 0,33% a 3.577,03, il Dow Jones è sceso dello 0,10% a 29.210,85 e il Nasdaq ha ceduto lo 0,05% a 10.785,62.
Listini di mercoledì
FTSE Mib Milano -1,27% a 20.466,77
Dax 40 -0,39% a 12.172,26
Cac 40 -0,25% a 5.818,47
Ftse 100 Londra -0,86% a 6.826.15
S&P 500 -0,33% a 3.577,03
DOW Jones -0,10% a 29.210,85
NASDAQ -0,05% a 10.785,62.