Dopo le chiusure in calo dei mercati europei di mercoledì, giovedì le attese riguardavano le future mosse delle banche centrali. Nella giornata di giovedì erano attesi i verbali della riunione del Fomc della Fed. Si cercava di capire se la banca centrale Usa potesse alzare i tassi a novembre di ulteriori 75 punti base, come ormai si aspettano i mercati, nella lotta all’inflazione.
Nell’area euro, la produzione industriale è salita nel mese di agosto dell’1,5% su base mensile (2,5% su base annuale). Dato superiore al consenso degli economisti che si aspettavano un aumento dello 0,50%.
Intanto giovedì mattina, dopo una chiusura in calo per il listino milanese, l’Europa era attesa in rosso in apertura. Anche i futures sui listini azionari americani erano in calo nelle prime indicazioni: i futures Dow Jones perdevano lo 0,04%, i futures S&P 500 venivano negoziati con un -0,03% e i futures Nasdaq 100 quotavano con un -0,13%.
Giovedì è arrivato il rapporto CPI secondo il quale negli Stati Uniti l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4% mensile, maggiore della stima dello 0,3% del Dow Jones. Su base annua, l’inflazione primaria è aumentata dell′8,2%, sotto il picco del 9% di giugno, ma sempre vicina ai livelli più alti dall’inizio degli anni ’80. I mercati azionari, che avevano reagito molto male all’apertura, sono girati in positivo dopo che i trader non hanno visto molte novità nel rapporto sull’inflazione. A tre ore dalla chiusura, il Dow Jones guadagnava oltre il 2%.
Anche i listini europei, che erano in territorio negativo, hanno chiuso tutti con il segno più. Il Ftse Mib di Milano, maglia rosa in Europa, ha guadagnato l’1,56% a 20.785,82. Il Dax di Francoforte è salito dell’1,51% a 12.355,58, il Cac40 di Parigi ha chiuso con un +1,04% a 5.879,19. In salita anche il Ftse100 di Londra che ha chiuso con un +0,35% a 6.850,27.
Giovedì mattina i futures sulle azioni statunitensi segnalavano ancora leggeri ribassi: i futures Dow Jones perdevano lo 0,04%, i futures S&P 500 venivano negoziati con un -0,03% e i futures Nasdaq 100 quotavano con un -0,13%.
I futures Dow Jones perdevano lo 0,04%, i futures S&P 500 venivano negoziati con un -0,03% e i futures Nasdaq 100 quotavano con un -0,13%.
Nella chiusura di mercoledì lo S&P aveva registrato la sesta perdita consecutiva, toccando i livelli più bassi da novembre 2020. Il Dow Jones aveva perso lo 0,10%, per chiudere a 29.210,85. L’S&P 500 era sceso dello 0,33%, scendendo a 3.577,03. Il Nasdaq Composite ha perso 0,05% per chiudere a 10.785,62.
Le attese degli investitori erano rivolte al rapporto chiave sui consumatori dal quale potranno avere indicazioni sul ritmo degli aumenti dei tassi della Federal Reserve in futuro.
Mercoledì sono stati pubblicati i verbali della riunione della Federal Reserve di settembre che hanno mostrato che la banca centrale prevede di continuare ad aumentare i tassi di interesse e di mantenerli alti fino a quando l’inflazione non mostrerà segni di raffreddamento.
Intanto il rendimento dei Treasury a 10 anni è salito di 2 punti base al 3,92%. Il rapporto sull’inflazione CPI andrà ad influenzare sicuramente i futures Dow e i rendimenti del Tesoro.
I prezzi del greggio statunitense erano scesi del 2,3% a 87,27 dollari al barile, continuando a cedere dopo i consistenti guadagni della scorsa settimana sui tagli alla produzione OPEC+.
Giovedì è stato reso noto l’indice dei prezzi al consumo che sono aumentati dello 0,4% a settembre rispetto al mese precedente, più caldo del previsto aumento dello 0,2%. L’inflazione è aumentata dell’8,2% a settembre rispetto a un anno fa, anche più alta delle stime e appena al di sotto della lettura dell’8,3% di agosto. Le richieste di sussidi di disoccupazione, intanto, sono salite a 228.000 contro le 219.000 della settimana precedente, un valore superiore alla stima di 225.000 di Econoday. Venerdì usciranno i dati delle vendite al dettaglio di settembre.
Dopo la pubblicazione dei dati, i listini azionari, che inizialmente erano partiti con il segno negativo, hanno invertito la rotta con il Dow che è arrivato a guadagnare 500 punti in un’enorme inversione di tendenza del mercato dopo i dati sull’inflazione.
In chiusura gli indici hanno chiuso tutti in rialzo: lo S&P 500 è salito del 2,60% a 3.669,91, il Dow Jones ha guadagnato il 2,83% a 30.038,72 e il Nasdaq ha chiuso con un rialzo del 2,23% a 10.649,15.
Listini di giovedì
FTSE Mib Milano +1,56% a 20.785,82
Dax 40 +1,51% a 12.355,58
Cac 40 +1,04% a 5.879,19
Ftse 100 Londra +0,35% a 6.850,27
S&P 500 +2,60% a 3.669,91
DOW Jones +2,83% a 30.038,72
NASDAQ +2,23% a 10.649,15.