Mercoledì erano attese in rosso le aperture delle borse europee sulla scia dei consistenti ribassi dei listini statunitensi. I dati sull’inflazione statunitense nel mese di agosto, superiori alle attese, fanno temere ad un maggior rialzo dei tassi nella riunione della Fed del 21 settembre. Scontato infatti un rialzo di 75 punti base, qualche analista intravede la possibilità che l’aumento possa arrivare ad un +1%, per combattere un’inflazione che arriva a segnare ad agosto un +0,5% mese su mese e un +9,9% anno su anno.
Intanto, mercoledì, anche l’Asia viaggiava in netto calo. Nelle prime ore della mattinata il Nikkei perdeva il 2,7%.
Positive le prime indicazioni dei futures su Wall Street che mercoledì, nella prima mattinata, hanno iniziato le contrattazioni con un aumento medio dello 0,2%.
Intanto gli indici europei, dopo un’apertura negativa, sono andati a recuperare mercoledì mattina, dopo circa tre ore dall’apertura. Alle 12 Milano era in territorio positivo con un + 0,74%. Allo stesso orario, Francoforte perdeva lo 0,36% e Parigi arretrava dello 0,15%.
In Gran Bretagna, l’inflazione ad agosto è cresciuta dello 0,5% mese su mese, +9,9% a livello annuale. Si è trattato di un dato inferiore alle attese degli economisti, che si aspettavano un +10,4% su base annua.
Mercoledì è stata ancora una giornata negativa per le borse europee, con esclusione di Milano che, grazie alle banche, ha guadagnato lo 0,49% a 22.413,46. Francoforte è scesa dell’1,22% a 13.028,00 e Parigi -0,37% a 6.222,41. Scende anche il Ftse100 di Londra che ha perso l’1,47% a 7.277.30.
Mercoledì, dopo le drastiche chiusure della giornata precedente, le prime indicazioni dei mercati vedevano i futures leggermente positivi. In media i futures Dow Jones, i futures S&P 500 e i futures Nasdaq 100 nelle prime ore di contrattazione guadagnavano lo 0,2%.
Il mercato azionario statunitense ha avuto nella giornata di martedì, la sessione peggiore da giugno 2020, dopo la comunicazione del dato dell’inflazione negli Stati Uniti, che nel mese di agosto è scesa all’8,3%, superiore a quanto previsto dagli economisti. Il dato inatteso, ha visto Nomura fare delle previsioni negative per la riunione della Fed del 21 settembre, ritenendo possibile un aumento del tasso di 100 punti base. Prima di tali dati le previsioni erano di un aumento di 75 punti base. Inoltre, si prevede, entro febbraio del 2023, un tasso terminale del 4,50%-4,75%.
I listini statunitensi hanno chiuso tutti con pesanti perdite martedì: lo S&P 500 ha perso il 4,32% a 3.932,69, il Dow Jones -3,94% a 31.104,97 il Nasdaq -5,16% a 11.633,57. L’indice a piccola capitalizzazione Russell 2000 ha chiuso a 1.831,57 con una perdita del 3,91%.
Il Nasdaq è stato tra i più colpiti dei principali indici, chiudendo vicino ai minimi di sessione dopo essere sceso del 5,16%. Tra le principali perdenti Nvidia ( NVDA ) che è scesa del 9,5%.
Il rendimento del Treasury decennale di riferimento è salito di cinque punti base al 3,42%, mentre il petrolio greggio Wti è sceso e scambiato a quasi $ 88 al barile. Crollo verticale del bitcoin che si avvicina a toccare i 20.000 $.
Intanto mercoledì le borse americane sono partite con un timido rialzo, preoccupate ancora della posizione della Fed au dati sull’inflazione di agosto,
Mercoledì in chiusura, stabili i listini statunitensi: Lo S&P 500 è salito dello 0,34% a 3.946,01, il Dow Jones +0,10% a 31.135.09 e il Nasdaq +0,74% a 11.719,68.
Listini di mercoledì
FTSE Mib Milano +0,49% a 22.413,46
Dax 40 -1,22% a 13.028,00
Cac 40 -0,37% a 6.222,41
Ftse 100 Londra -1,47% a 7.277.30
S&P 500 +0,34% a 3.946,01
DOW Jones +0,10% a 31.135.09
NASDAQ +0,74% a 11.719,68.