Martedì è stata una giornata dominata dall’attesa dei dati macro Usa. I dati relativi al mese di ottobre sul PPI (Producer Price Index), che sono stati diffusi dal Bureau of Labor Statistics, hanno evidenziato un valore su base mensile dello +0,2%, in rallentamento rispetto alle stime del consensus ferme al +0,4%. Mentre l’indice Core PPI che esclude i panieri degli energetici, degli alimentari e dei servizi commerciali, è risultato in aumento del +0,2% su base mensile contro le aspettative di un +0,3%. Il Core PPI, su base annuale, è salito al +5,4% ad ottobre, con un leggero calo rispetto al +5,6% di settembre. Su base annuale, invece, il PPI è salito del +8% con un rallentamento rispetto al +8,3% previsto dal consensus.
In Italia, l’inflazione continua a correre. Per il mese di ottobre l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al netto dei tabacchi, è risultata in aumento del 3,4% su base mensile e dell’11,8% rispetto allo stesso mese del 2021. Un pò meglio delle attese che prevedevano un 11,9%, in ogni caso segnando il record da marzo 1984.
A Piazza Affari, dopo un’apertura positiva, il Ftse Mib di Milano ha iniziato a perdere gradualmente per chiudere, alla fine, con un ribasso dello 0,68% a 24.531,27. In rialzo, tra gli altri, Leonardo, Hera e Banca Bpm. Negativa Tim che ha perso il 2,75% dopo che l’agenzia di rating Fitch ha modificato il giudizio da BB outlook negativo a BB- outlook negativo.
Mercoledì i listini europei hanno chiuso tutti con il segno meno. Il Ftse Mib di Milano ha perso lo 0,68% a 24.531,27, il Dax di Francoforte è sceso dell’1% a 14.234,03 e il Cac40 di Parigi ha riportato un -0,52% a 6.607,22. Il Ftse100 di Londra è sceso dello 0,25% a 7.351.19.
Dopo l’apertura di mercoledì, il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,1%, mentre l’S&P 500 ha perso lo 0,5%. Il Nasdaq è sceso dell’1,1% nell’azione mattutina.
Le azioni sono leggermente scese mercoledì dopo l’attenuarsi delle preoccupazioni su una possibile escalation della guerra in Ucraina. I mercati sono ora più attenti ai dati economici delle società. Tra queste in risalto le Target che hanno registrato utili rettificati nel terzo trimestre di $ 1,54 per azione mancando completamente le stime e facendo scendere il titolo di circa il 12%. Altri rivenditori, dopo il rapporto di Target, sono scesi tra cui Best Buy di oltre il 7%, e Williams-Sonoma che perdeva il 5,2%.
Il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso al 3,71%, prolungando così il calo di martedì. Intanto il prezzo del petrolio negli Stati Uniti ha recuperato sulle perdite iniziali. I futures West Texas Intermediate si sono mantenuti sotto gli 87 dollari al barile.
Hanno chiuso tutti in territorio negativo i listini statunitensi: lo S&P 500 è sceso dello 0,83% a 3,958.79, il Dow Jones ha perso lo 0,12% a 33.553,83 e il Nasdaq che ha chiuso in ribasso dell’1,54% a 11.183,66.
Listini di mercoledì
FTSE Mib Milano -0,68% a 24.531,27
Dax 40 -1% a 14.234,03
Cac 40 -0,52% a 6.607,22
Ftse 100 Londra -0,25% a 7.351.19
S&P 500 -0,83% a 3,958.79
DOW Jones -0,12% a 33.553,83
NASDAQ -1,54% a 11.183,66.