Venerdì della settimana scorsa, i dati sulle vendite al dettaglio di settembre negli Stati Uniti sono arrivati quando i listini europei avevano già chiuso. Sono stati dati piatti, che hanno mancato le stime di Econoday per un aumento dello 0,2%. Anche i dati relativi alle aspettative di inflazione di un anno dell’Università del Michigan sono risultati più caldi del previsto, al 5,1% in ottobre rispetto al tasso del 4,7% a settembre. Gli indici di Wall Street che erano in territorio positivo, prima della diffusione dei dati, hanno invertito in ribasso, per chiudere poi con perdite consistenti. Lo S&P 500 ha perso il 2,37% a 3,583.07, il Dow Jones è sceso dell’1,34% a 29.634,83 e il Nasdaq ha chiuso con un ribasso del 3,08% a 10.321,39.
Per il mercato azionario italiano è stata una settimana interessante. L’indice Ftse Mib, sceso a 20.200 punti (livello coincidente con i minimi di fine settembre), è rimbalzato rapidamente e in modo abbastanza aggressivo sopra quota 20.800 a causa della condizione di ipervenduto a breve termine.
A movimentare i mercati nelle sessioni degli ultimi giorni della settimana, sono stati i dati relativi all’inflazione negli Stati Uniti, superiori alle previsioni. Gli aumenti sono stati dello 0,4% a livello mensile e dell’8,2% a livello annuale (il consenso era +0,2% mensile e +8,1% annuale). Il dato core, ha evidenziato un +6,6% a/a e +0,6% m/m, sempre superiore al previsto le attese erano di un +6,5% a/a e un +0,5% m/m).
Intanto la Banca d’Italia ha comunicato una riduzione del debito pubblico nel mese di agosto. Il comunicato specifica che la riduzione del debito è stata di 12,8 miliardi di euro ad agosto rispetto al mese precedente ed è risultato pari a 2.757,8 miliardi. Si è ridotto ancora il controvalore del portafoglio di titoli di Stato italiani detenuto da soggetti esteri a 653,783 miliardi di euro dai 657,922 miliardi di maggio, si tratta del minimo da dicembre 2018.
Venerdì i listini europei hanno chiuso in territorio positivo. Il Ftse Mib di Milano ha guadagnato lo 0,70% a 20.930,81. Il Dax di Francoforte è salito dello 0,67% a 12.437,81, il Cac40 di Parigi ha chiuso con rialzo dello 0,90% a 5.931,92. In rialzo anche il Ftse100 di Londra che ha chiuso con un +0,12% a 6.858.79.
La settimana scorsa, proprio a ridosso della chiusura, i listini statunitensi hanno invertito in ribasso a causa di dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti più deboli del previsto. A settembre le vendite al dettaglio sono state piatte, mancando le stime di Econoday per un aumento dello 0,2%. Intanto il sentiment dei consumatori ha superato le stime con una lettura di 59,8 a settembre, al di sopra delle stime di 58,8. Per quanto riguarda invece le aspettative di inflazione di un anno dell’Università del Michigan, queste sono risultate più calde del previsto, al 5,1% in ottobre rispetto al tasso del 4,7% a settembre.
Venerdì ad influire sui listini sono state anche le notizie sugli utili societari. Le azioni della Banca JPM hanno guadagnato il 2% dopo che sono stati resi noti i risultati relativi al terzo trimestre, migliori del previsto. Sono diminuite del 3%, invece, le azioni Morgan Stanley, a causa della debolezza degli utili e delle vendite. Le azioni UNH sono aumentate del 2% per gli ottimi risultati e le prospettive positive. Le azioni Wells Fargo sono aumentate del 3% nonostante le stime degli utili mancanti.
Sempre venerdì sul mercato obbligazionario, il rendimento del titolo del Tesoro USA a 10 anni è salito al 4,005%, dal 3,952% di giovedì. I rendimenti tendono ad aumentare quando i prezzi delle obbligazioni scendono.
In settimana erano stati resi noti anche i dati relativi alle richieste di sussidi di disoccupazione, che sono salite a 228.000 contro le 219.000 della settimana precedente, un valore superiore alla stima di 225.000 di Econoday
Venerdì il greggio West Texas Intermediate è sceso del 3,93% a $ 85,61 al barile. Riferito all’intera settimana, il ribasso è stato del 7,59%, il primo negativo su tre. Dall’ inizio dell’anno, il WTI è aumentato di quasi il 14%.
Venerdì, in chiusura, lo S&P 500 ha perso il 2,37% a 3,583.07, il Dow Jones è sceso dell’1,34% a 29.634,83 e il Nasdaq ha chiuso con un ribasso del 3,08% a 10.321,39.
Listini di venerdì
FTSE Mib Milano +0,70% a 20.930,81
Dax 40 +0,67% a 12.437,81
Cac 40 +0,90% a 5.931,92
Ftse 100 Londra +0,12% a 6.858.79
S&P 500 -2,37% a 3,583.07
DOW Jones -1,34% a 29.634,83
NASDAQ -3,08% a 10.321,39.