Lunedì i futures azionari statunitensi segnalavano un buon rialzo nel corso della mattinata. Alle 12,30 i futures Dow Jones erano in rialzo dell’1,18%, i futures S&P 500 salivano dell’1,37% e i futures Nasdaq guadagnavano l’1,55%.
Sempre nella mattinata di lunedì, arrivavano indicazioni dall’Asia di listini in ribasso, con la Cina che apriva la settimana in rosso, dopo la cattiva chiusura di venerdì di Wall Street, con il Nasdaq che aveva chiuso con un ribasso di oltre il 3%.
In Italia il “carrello della spesa”, che raggruppa i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, ha accelerato dal +9,6% del mese di agosto al +10,9% di settembre, al massimo da agosto 1983.
Intanto lunedì lo spread Btp/Bund ha chiuso a 239,79 punti base.
Lunedì i listini del Vecchio Continente hanno chiuso tutti con buoni rialzi. Il Ftse Mib di Milano ha guadagnato lo 1,86% a 21.319,73. Il Dax di Francoforte è salito dello 1,70% a 12.649,03, il Cac40 di Parigi ha realizzato un +1,83% a 6.040,66. Il Ftse100 di Londra ha terminato con un +0,90% a 6.920,24.
Nella mattinata di lunedì i futures erano tutti in aumento sugli indici statunitensi: i futures Dow Jones aumentavano dello 0,5% rispetto al fair value, i futures S&P 500 erano in salita dello 0,5% e i futures Nasdaq 100 guadagnavano lo 0,4%.
Sempre prima dell’apertura dei mercati della nuova settimana, il rendimento dei Treasury a 10 anni era in ribasso di 1 punto base al 4%. Aumentavano leggermente anche i futures sul greggio, mentre i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti risultavano in discesa di oltre il 2%.
La settimana scorsa ha visto gli indici superare i minimi di mercato prima di rimbalzare nella giornata di giovedì, nonostante un rapporto sull’inflazione calda. Successivamente, venerdì, avevano iniziato a scendere quando i rendimenti dei Treasury sono aumentati. Il rendimento del Tesoro a 10 anni era balzato di 13 punti base al 4,01%, estendendo la serie di vittorie settimanali a 11 settimane, giovedì, aveva raggiunto il massimo da 14 anni del 4,06%. Il rendimento dei Treasury a due anni, che è più legato alla politica della Fed e dove potrebbero essere diretti i tassi, è salito al 4,5%.
I futures sul greggio statunitense, sempre nella settimana scorsa, erano scesi del 6,8% a 86,40 dollari al barile, mentre i prezzi del gas naturale erano crollati del 3,8%.
L’inizio della stagione degli utili è iniziato in anticipo la scorsa settimana, accompagnato da una reazione positiva del mercato alle azioni del governo britannico. È difficile immaginare una ripresa sostenuta del mercato mentre i rendimenti dei Treasury sono in aumento e la Federal Reserve si sta restringendo in modo aggressivo. Il rendimento a 10 anni è ai massimi di 13 anni, superiore al 4%. A causa dei dati caldi sull’inflazione, la previsione di rialzo dei tassi della Fed è ulteriormente aumentata la scorsa settimana.
Lunedì è stata una giornata positiva per i listini statunitensi: lo S&P 500 ha guadagnato il 2,65% a 3.677,95, il Dow Jones è salito dell’1,86% a 30.185,82 e il Nasdaq ha chiuso con un rialzo del 3,43% a 10.675,80.
Listini di lunedì
FTSE Mib Milano +1,86% a 21.319,73
Dax 40 +1,70% a 12.649,03
Cac 40 +1,83% a 6.040,66
Ftse 100 Londra +0,90% a 6.920,24
S&P 500 +2,65% a 3.677,95
DOW Jones +1,86% a 30.185,82
NASDAQ +3,43% a 10.675,80.