Le azioni statunitensi mercoledì sono tornate decisamente in territorio negativo, tra i rinvigoriti timori dell’aumento dell’inflazione, che pesa sulla crescita economica. Questo dopo che diversi importanti rivenditori hanno riferito che le crescenti pressioni sui costi stanno facendo subire un duro colpo ai profitti trimestrali.
Tutti e tre i principali indici hanno chiuso in territorio negativo: lo S&P 500 ha perso il 4,10%, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso del 3,57%. Il Nasdaq perde il 4,7%, registrando la peggior seduta da giugno 2020.
I ribassi del mercato di mercoledì arrivano dopo che le azioni avevano registrato una sorta di rimonta nella giornata precedente, con il Dow che era arrivato a salire di 400 punti in seguito alle dichiarazioni di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, che affermava che la banca centrale non avrebbe esitato ad aumentare i tassi fin quando l’inflazione non sarebbe passata da moderata a livelli “più sani”.
Il titolo di Target sprofonda del 25%, nella chiusura di mercoledì. Il risultato dopo che la catena retail ha registrato un profitto trimestrale di 2,19 dollari per azione, ben al di sotto dei 3,07 dollari attesi dagli esperti. Così come sul titolo Walmart, che ieri ha perso oltre l’11%, a pesare sui conti di Target è stato l’aumento dei costi provocato dall’inflazione.
I futures Dow Jones, nelle prime ore di giovedì, sono aumentati leggermente, nonostante la debolezza degli utili e delle indicazioni di Cisco Systems. In leggera salita anche quelli dello S&P 500 e del Nasdaq, nonostante il rally del mercato azionario abbia subito un duro colpo mercoledì. Il rendimento dei Treasury a 10 anni è salito di 2 punti base al 2,91%. In aumento i prezzi del greggio negli Stati Uniti dell’1%.