Milano e le altre piazze europee hanno chiuso in rialzo la seduta di giovedì, grazie anche all’intonazione positiva di Wall Street. I dati macro Usa, resi noti ieri, hanno evidenziato che il Philadelphia Fed Manufacturing Index, a ottobre, è salito a -8,7 punti da -9,9 punti di settembre, contro -5,0 punti del consensus di Dow Jones Newswires e Wall Street Journal.
Sempre negli Stati Uniti, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 15 ottobre, sono scese di 12.000 unità a quota 214.000, come riportato dal Dipartimento del Lavoro. E’ un dato migliore del consenso che prevedeva richieste di sussidi per 230.000 unita’.
Per gli indici statunitensi il tentativo di rally del mercato azionario, iniziato giovedì, ha perso terreno, colpendo la resistenza chiave poiché i rendimenti dei Treasury hanno continuato a salire su nuovi dati economici.
Intanto venerdì mattina, a tre ore dall’apertura, le borse europee erano in deciso territorio negativo. Alle dodici, il Ftse Mib di Milano arretrava dell’1,50%, così come il Cac40 di Parigi. Il Dax di Francoforte perdeva circa l’1,40%. I mercati sono rimasti condizionati dai continui rialzi dei rendimenti delle obbligazioni, con il rendimento del Treasury a 10 anni che ha segnalato un 4,272%, dal 2008. Il rendimento del Bund tedesco è salito al 2,49%, un nuovo massimo dal 2013. I futures dei listini azionari statunitensi sono arretrati all’inizio di venerdì. I futures Dow Jones perdevano lo 0,43%, i futures S&P 500 arretravano dello 0,61% e i futures Nasdaq segnavano un flessione di quasi l’1%. Il petrolio era in deciso ribasso: il WTI segnava un perdita dell’1% a 84,17 dollari al barile.
Venerdì i listini europei hanno chiuso tutti in territorio negativo. Il Ftse Mib di Milano ha perso lo 0,62% a 21.567,55. Il Dax di Francoforte è sceso dello 0,29% a 12.730,90, il Cac40 di Parigi ha chiuso con un -0,85% a 6.035,39. Il Ftse100 di Londra ha guadagnato lo 0,37% a 6. 969.73.
I futures Dow Jones sono scesi venerdì mattina insieme ai futures S&P 500 e ai futures Nasdaq. Gli operatori sono pessimisti in quanto il rendimento del Tesoro a 10 anni è balzato al 4,23%, 10 punti base, dopo essere salito di 13 punti nella giornata di mercoledì. Il rendimento a due anni invece è di circa il 4,6%. Dopo la riunione di febbraio, tuttavia, i mercati prevedono un 4,75%-5%. Nonostante le recenti perdite, tuttavia, i principali indici sono ancora in rialzo questa settimana, nonostante siano vicino ai minimi settimanali. Se i rendimenti sulle obbligazioni dovessero subire un calo o una pausa prolungati, il rally del mercato potrebbe decollare. Diversamente, se i rendimenti continuassero a salire, gli indici azionari tornerebbero presumibilmente verso i minimi ribassisti del mercato.
Il future sul petrolio greggio di novembre è salito dello 0,5% ripiegando rispetto ai massimi mattutini. I prezzi del gas naturale sono scesi dell’1,9%, estendendo le forti perdite alla sua chiusura peggiore dalla fine di marzo.
I listini statunitensi venerdì hanno chiuso in rialzo: lo S&P 500 è salito del 2,37% a 3.752,75, il Dow Jones ha guadagnato il 2,47% a 31.082,56 e il Nasdaq è salito del 2,31% a 10.859,72.
Listini di venerdì
FTSE Mib Milano – 0,62% a 21.567,55
Dax 40 -0,29% a 12.730,90
Cac 40 -0,85% a 6.035,39
Ftse 100 Londra +0,37% a 6. 969.73
S&P 500 +2,37% a 3.752,75
DOW Jones +2,47% a 31.082,56
NASDAQ +2,31% a 10.859,72.