Dopo una seduta in calo per tutti i listini, mercoledì l’attenzione degli investitori era rivolta alla riunione della Fed, con i timori di una stretta sui tassi d’interesse superiore alle attese.
A Piazza Affari, dopo un’apertura negativa l’indice ha iniziato a risalire, arrivando a guadagnare quasi un punto in percentuale dopo circa tre ore di contrattazioni. Alla stessa ora erano stabili gli altri indici europei.
L’annuncio di Putin in tv della “mobilitazione militare parziale”, ha messo le ali al prezzo delle materie prime, nella convinzione di un impatto più grave nella fornitura dei mercati. Dopo tale annuncio, le borse europee si sono mosse in rialzo, con il settore della difesa in rally in tutta europa.
A metà mattinata il Brent è salito del 2,37%, trattando a 92,74 dollari al barile. Il Wti è salito a 86 dollari, guadagnando il 2,48%.
Alla borsa di Amsterdam il prezzo del gas è salito di oltre il 7%, salendo oltre i 200 euro a megawattora.
Mercoledì mattina i mercati asiatici viaggiavano in deciso territorio negativo, prima del rialzo dei tassi da parte della Fed. l’Asian Development Bank ha tagliato le stime sulla Cina al 3,3% dal precedente 4%. Intanto, il mese scorso, la spesa cinese ha raggiunto il record di 8,3 miliardi di dollari.
Sopra la parità i futures azionari statunitensi: i futures Dow Jones sono aumentati dello 0,3% rispetto al fair value, mentre i futures S&P 500 sono aumentati dello 0,3%. I futures del Nasdaq 100 sono aumentati dello 0,1%.
Nella serata di mercoledì, la Fed ha alzato i tassi dello 0,75%, si tratta dello stesso rialzo per la terza volta consecutiva portandoli così ai livelli più alti dal 2008. Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti ha affermato che ‘non c’è una strada indolore per battere l’inflazione’, prevedendo tassi medi al 4,4% alla fine di quest’anno e al 4,6% nel 2023.
Mercoledì i mercati europei hanno chiuso in territorio positivo. Milano
è salita dell’1,20% a 22.035,81, Francoforte ha guadagnato lo 0,76% a 12.767,15 e Parigi ha chiuso in rialzo dello 0,87% a 6.031,33. Londra è salita dello 0,63% a 7.237.64.
Nella mattinata di mercoledì i futures Dow Jones erano stabili, insieme ai futures S&P 500 e ai futures Nasdaq. Al centro la riunione della Fed. Martedì, I principali indici sono scesi quando la Federal Reserve ha iniziato la sua riunione politica di due giorni. Molti degli economisti si aspettavano un aumento dei tassi di interesse di 75 punti base, ma i timori sono che il rialzo possa essere più consistente. Gli investitori, comunque, cercheranno anche indizi sugli stessi ritmi dei prossimi rialzi dei tassi, cercando di capire alla fine di quanto questi potranno salire.
Il rendimento del titolo del Tesoro decennale è sceso di 4 punti base al 3,53%. I futures sul greggio statunitense sono aumentati del 2%. I prezzi del gas naturale negli Stati Uniti sono balzati di oltre il 4%. La parziale mobilitazione militare di Putin potrebbe spingere più in alto i futures energetici.
In serata la Fed ha alzato i tassi dello 0,75% portandoli ad un livello 3%-3,25%, il più alto dal 2008. E’ il terzo rialzo consecutivo di questa entità. Secondo una previsione dei membri della Fed, a fine anno i tassi saliranno al 4,4%. Nel 2023 potrebbero arrivare al 4,6%.
Mercoledi hanno chiuso in negativo i listini statunitensi, con lo S&P 500 che è sceso dell’1,71% a 3.789,93, il Dow Jones che ha perso l’1,70% a 30.183,78 e il Nasdaq -1,79% a 11.220,19.
Listini di mercoledì
FTSE Mib Milano +1,20% a 22.035,81
Dax 40 +0,76% a 12.767,15
Cac 40 0,87% a 6.031,33
Ftse 100 Londra +0,63% a 7.237.64
S&P 500 -1,71% a 3.789,93
DOW Jones -1,70% a 30.183,78
NASDAQ -1,79% a 11.220,19.