La decisione di alzare i tassi d’interesse dello 0,75% da parte di Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti, anche se era nelle previsioni, ha dato una spallata a Wall Street, i cui listini hanno chiuso tutti in territorio negativo. Si è trattato del terzo rialzo della stessa entità che porterà i tassi, secondo una previsione dei membri della Fed, al 4,4% entro quest’anno e al 4,6% entro il 2023. Powell ha affermato che ‘non c’è una strada indolore per battere l’inflazione’, evidenziando che la Fed ha ancora una una lunga battaglia da portare avanti.
Giovedì, nella mattinata, le prime indicazioni danno i futures Dow Jones scendere durante la notte, insieme ai futures S&P 500 e ai futures Nasdaq. Nelle prime ore di contrattazione i futures Dow Jones sono scesi dello 0,5% rispetto al fair value. Peggio per i futures S&P 500 che sono diminuiti dello 0,8% e per quelli Nasdaq 100 sono scivolati dell’1%.
In rialzo il rendimento del Treasury statunitense a 10 anni che è salito di 5 punti base al 3,56%.
Giovedì, dopo un’apertura in negativo, alle ore dodici Piazza Affari si manteneva sulla parità, mentre erano in territorio negativo sia Francoforte che Parigi, con ribassi che arrivano a sfiorare l’1%.
Dalla Bce in arrivo l’allarme stagnazione, con gli ultimi dati che segnalano nella zona euro un rallentamento della crescita economica con un probabile ristagno nel corso di quest’anno e il primo trimestre del prossimo.
Nel pomeriggio di giovedì, l’apertura debole di Wall Street ha appesantito ulteriormente le borse europee. In chiusura, Milano è scesa dell’1,07% a 21.799,11, Francoforte ha perso l’1,84% a 12.531,63 e Parigi ha chiuso in ribasso dell’1,87% a 5.918,50. Male anche Londra che ha perso l’1,08% a 7.159.52.
Dopo l’aumento aggressivo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, nella mattinata di mercoledì i futures azionari statunitensi erano in discesa. Dopo qualche ora, tuttavia, i futures Dow Jones, i futures S&P e i futures Nasdaq 100 tendevano a recuperare mantenendosi attorno alla parità.
Le chiusure dei mercati azionari di mercoledì avevano registrato un netto ribasso, dopo un primo iniziale rialzo seguito all’intervento della Fed.
La Fed ha alzato il tasso di interesse di riferimento di 75 punti base per un terzo incontro consecutivo, come previsto, portando l’intervallo target al 3%-3,25%. I politici della Fed vedono ora il tasso sui fondi federali al 4,4% alla fine di quest’anno, dal 3,4% dopo la riunione di giugno.
Ad oggi i mercati andrebbero a scontare ulteriori 75 punti base alla riunione di novembre e ulteriori 50 punti base a dicembre, per un intervallo a fine anno del 4,25%-4,5%. La banca centrale prevede un lieve inasprimento nel 2023, prevedendo un tasso sui fondi federali al 4,6% a fine 2023, contro la previsione del 3,8% a giugno. Previsioni queste non in linea con quanto gli osservatori si aspettavano, che speravano in un aumento terminale. Per il 2024 ora si prevede che il tasso scenda al 3,9%.
Ancora una volta, Powell ha sottolineato che la banca centrale lotterà contro l’inflazione e che sarà difficile un “atterraggio morbido”. La politica della Fed, ha aggiunto, dovrà rimanere per qualche tempo “restrittiva”, tuttavia potrebbe rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi, senza indicare tuttavia quando questo potrebbe verificarsi. Ha aggiunto ancora che i prezzi delle materia prime potrebbero aver raggiunto il loro picco massimo, anche se il mercato del lavoro continua a mantenersi “sbilanciato”.
Giovedì i listini statunitensi hanno chiuso tutti in territorio negativo: lo S&P 500 è sceso dello 0,84% a 3.757,99, il Dow Jones ha perso lo 0,35% a 30.076,68 e il Nasdaq -1,37% a 11.066,81.
Listini di giovedì
FTSE Mib Milano -1,07% a 21.799,11
Dax 40 -1,84% a 12.531,63
Cac 40 -1,87% a 5.918,50
Ftse 100 Londra -1,08% a 7.159.52
S&P 500 -0,84% a 3.757,99
DOW Jones -0,35% a 30.076,68
NASDAQ -1,37% a 11.066,81.