I listini del Vecchio Continente, dopo il quasi nulla di fatto della sessione di precedente, mercoledì iniziavano le contrattazioni deboli, per poi accentuare le perdite nel corso della mattinata.
L’euro manteneva la sua posizione stabile rispetto al dollaro a 1,09 circa, il petrolio era sceso nella chiusura precedente, con il Light Sweet Crude Oil che aveva perso l’1,82% portandosi a poco più di 80 punti.
Lo spread era migliorato martedì, chiudendo a +179 punti base, circa il 4% in meno. Il rendimento del BTP decennale si era portato al 3,92%.
Chiusa ancora la Cina per il Capodanno lunare, mercoledì, nella mattinata, erano positive le indicazioni degli altri mercati asiatici: positivo il Nikkei che guadagnava lo 0,35%, la Corea del Sud +1,3% e Singapore +1,65%. Il mercato asiatico ha toccato in giornata i massimi degli ultimi sette mesi.
Dagli Stati Uniti, le prime indicazioni di mercoledì, davano i futures in netta discesa a seguito dell’annuncio di Microsoft di un deludente rapporto sugli utili.
I futures Dow Jones perdevano lo 0,20%, i futures S&P 500 scendevano dello 0,37% e i futures sul Nasdaq arretravano dello 0,65%.Il petrolio (WTI) recuperava leggermente portandosi a 80,37 (+0,30%).
Intanto ieri è stato comunicato lo S&P Global US Manufacturing PMI che è salito a 46,8 nel gennaio 2023 da 46.2 del mese di dicembre, superando le previsioni di mercato di 46, secondo le stime preliminari.
Secondo le prime stime, S&P Global US Manufacturing PMI per gennaio 2023 ha superato la previsione di mercato di 46, registrando 46,8, rispetto a 46,2 di dicembre.
Tuttavia, i risultati hanno continuato a mostrare un’ulteriore diminuzione dell’azione sindacale, la seconda diminuzione più rapida da maggio 2020, a causa delle deboli condizioni della domanda manifatturiera.
Successivamente la produzione si è contratta, a causa di un’altra significativa diminuzione degli ordini, con le aziende che hanno dichiarato l’effetto delle maggiori spese sulla domanda dei clienti.
La velocità di calo dei nuovi ordini è stata la seconda più rapida in oltre due anni e mezzo e le aziende hanno ridotto il proprio numero di dipendenti per la prima volta da luglio 2020.
Inoltre, i costi di input sono aumentati a un ritmo più rapido, ponendo fine a un modello di moderare l’inflazione dei costi iniziata a metà del 2022, mentre anche i prezzi alla produzione sono aumentati.
Oltre alla comunicazione del PMI iniziale di gennaio di Markit per l’industria manifatturiera e dei servizi, reso noto nella giornata di martedì, sul fronte economico, questa settimana sono in arrivo negli Stati Uniti una serie di dati molto attesi dagli operatori finanziari.
Giovedì avremo le stime del PIL del quarto trimestre del Dipartimento del Commercio, le richieste settimanali di disoccupazione del Dipartimento del Lavoro e le nuove cifre sulle vendite di case di dicembre del Census Bureau.
Ultimo ma non meno importante, venerdì l’indice dei prezzi PCE del Dipartimento del Commercio concluderà la settimana con informazioni sull’inflazione.
I risultati finanziari di Microsoft hanno superato le previsioni precedenti a causa del loro crescente successo con i servizi cloud. Sfortunatamente, l’azienda tecnologica ha offerto una prospettiva negativa.
Le azioni MSFT, che sono aumentate notevolmente martedì sera, sono improvvisamente scese e sono rimaste leggermente inferiori rispetto a prima dell’apertura del mercato mercoledì.
Nella giornata di mercoledì, il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso di 4 punti base al 3,43%. Stabile il petrolio, mentre i prezzi del gas naturale sono scesi del 5% al minimo dalla metà del 2021.
Mercoledì, hanno chiuso ancora sulla parità le principali borse europee. Il Ftse Mib di Milano ha terminato la seduta con un piccolo ribasso dello 0,03% a 25.875,30, il Dax di Francoforte è sceso dello 0,08% a 15.081,64 e il Cac40 di Parigi ha perso lo 0,09% a 7.043,88. Il Ftse100 di Londra ha perso lo 0,16% a 7.744.87.
Anche i listini azionari statunitensi hanno chiuso sulla parità: lo S&P 500 ha perso lo 0,018% a 4.016,22, il Dow Jones è salito dello 0,029% a 33.743,84 e il Nasdaq è sceso dello 0,18% a 11.313,36.
Listini di mercoledì 25 gennaio 2023
FTSE Mib Milano -0,03% a 25.875,30
Dax -0,08% a 15.081,64
Cac 40 -0,09% a 7.043,88
Ftse 100 Londra -0,16% a 7.744.87
S&P 500 -0,018% a 4.016,22
DOW Jones +0,029% a 33.743,84
NASDAQ 100 -0,18% a 11.313,36.