Venerdì mattina, dopo le buone chiusure degli indici statunitensi, il Ftse Mib di Milano ha aperto in leggero rialzo, per passare poi in territorio negativo a metà mattinata. Giovedì i listini statunitensi verso la chiusura erano saliti bruscamente, con il Nasdaq che aveva guidato il rialzo di oltre l’1,60%.
Se giovedì il prezzo del gas aveva toccato un nuovo massimo a 321 euro, nella giornata di venerdì è arrivato a sfiorare i 340 euro. La Confcommercio aveva lanciato l’allarme “a rischio 120mila imprese del terziario”. Sangalli ha affermato che la spesa energetica nel 2022 è il triplo rispetto ad un anno fa ed è pari a 33 miliardi.
Intanto desta attenzione tra gli operatori l’indiscrezione di Financial Times su dati di S&P Global market intelligence, secondo cui i fondi speculativi abbiano creato una scommessa al ribasso sui titoli di Stato italiani, ad un mese dal voto e con il rischio di una recessione.
Ma venerdì l’attenzione di tutti gli investitori era focalizzata al simposio a Jackson Hole, dove ci si aspettava che Jerome Powell, capo della Fed, potesse dare alcune indicazioni sulle prossime mosse della banca centrale in merito ai tassi di interesse.
Venerdì alle ore 16 si è tenuto il tanto atteso discorso di Powell, un discorso da “falco” per i mercati che si sono appesantiti ulteriormente. La borsa di Milano è scesa di oltre il 2%, già dopo le prime indicazioni, Amsterdam, Parigi e Francoforte cedevano circa l’1,5%. I titoli di Stato europei sono andati sotto pressione, il Btp italiano a 10 anni ha registrato un aumento del rendimento di 21 punti al 3,75%. Lo spread ha toccato quota 233.
Venerdì, in chiusura, le borse europee hanno chiuso tutte con perdite consistenti. Milano è risultata la peggiore, con una perdita del 2,49% a 21.895,25. Male anche Francoforte che scende del 2,26% a 12.971,47, Parigi arretra dell’1,68% a 6.274,26. Londra ha perso lo 0,7% a 7.427.31.
Venerdì mattina nelle prime contrattazioni il Dow Jones Industrial Average era arretrato dello 0,65%, lo S&P 500 era sceso dello 0,9%. Il Nasdaq aveva perso l’1,1%, dopo il buon rialzo degli indici registrato verso la fine delle contrattazioni della giornata precedente.
Nella mattinata di venerdì, il rendimento del Treasury a 10 anni era salito al 3,07%, dopo il calo al 3,02% di giovedì. Per la prima volta dal 21 luglio, il rendimento del Tesoro a 10 anni è stato al di sopra del livello del 3%.
I prezzi del petrolio USA questa settimana, dopo le perdite della settimana scorsa, hanno visto i futures del West Texas Intermediate raggiungere il livello più basso da gennaio. Venerdì mattina i futures WTI sono incrementati di oltre l’1%, scambiando vicino a $ 94 al barile.
Intanto, venerdì mattina è uscito un indicatore di inflazione, riferito alle spese per consumi personali, che è sceso dello 0,1% per il mese di luglio. Il reddito personale è aumentato dello 0,2% a luglio, sotto le previsioni dello 0,6%. L’indice PCE è salito del 6,3%, anno su anno, in linea con le stime.
Il discorso di Powell relativo alle prospettive economiche della Banca Centrale, tanto atteso dagli investitori, ha deluso i listini che sono subito scesi bruscamente. Il presidente della Federal Reserve ha avvertito infatti che sarà necessario “un po’ di dolore” per combattere l’inflazione. A Jackson Hole ha affermato l’intenzione di agire sui tassi in base all’inflazione e che cercare di non frenare i prezzi potrebbe rivelarsi più dannoso per l’economia.
I listini statunitensi hanno chiuso male dopo le parole di Jerome Powell: lo S&P ha perso
I listini statunitensi hanno perso tutte in modo sostenuto: Lo S&P 500 ha perso il 3,37% a 4,057.66, il Dow Jones è sceso del 3,03% a 32,283.40 e il Nasdaq, il peggiore, è arretrato del 3,94% a 12,141.71.
Listini di venerdì
FTSE Mib Milano -2,49% a 21.895,25
Dax 40 -2,26% a 12.971,47
Cac 40 -1,68% a 6.274,26.
Ftse 100 Londra -0,7% a 7.427.31
S&P 500 -3,37% a 4,057.66
DOW Jones -3,03% a 32,283.40
NASDAQ -3,94% a 12,141.71.