Lunedì dopo una partenza positiva per la maggior parte delle borse europee, i listini hanno cominciato a perdere parte dei guadagni iniziali.
Piazza Affari, dopo la vittoria politica del centrodestra, si manteneva ancora in territorio positivo dopo quattro ore dall’apertura guadagnando lo 0,50%, mentre, allo stesso orario, Francoforte e Parigi scendevano dello 0,18%.
Brilla Tim a Piazza Affari, il giorno dopo le elezioni. Il titolo si è dimostrato il migliore del Ftse Mib, con un guadagno che ha raggiunto il 6% a metà mattinata e con oltre 100 milioni di titoli passati di mano.
In salita lo spread che chiude a 242,20.
Per Unimpresa, la sfida del prossimo governo sarà quella di dover rinnovare oltre 100 miliardi di debito entro la fine di quest’anno. Per la coalizione di centrodestra, e per Fratelli d’Italia, vittoriosi alle elezioni, lo scoglio principale potrebbe essere, secondo il vicepresidente di Unimpresa Giuseppe Spadafora, il rinnovo entro il 2023 di 435 miliardi di euro con nuove emissioni di Bot, Btp, Cct e Ctz.
Intanto, lunedì mattina, i futures del Dow Jones sono scesi lievemente di oltre 200 punti lunedì mattina, minacciando di estendere una serie di ribassi a quattro sessioni. Nella settimana scorsa, il Dow Jones Industrial Average ha presentato ribassi con pesanti perdite e ha raggiunto i nuovi minimi del 2022.
Chiusure contrastate lunedì per i listini europei. In territorio positivo chiude il Ftse Mib di Milano +0.67% a 21.207,25, dopo le elezioni politiche e la vittoria del centrodestra. In discesa invece gli altri indici del vecchio continente con Francoforte che perde lo 0,46% a 12.227,92 e Parigi che arretra dello 0,24% a 5.769,39. Sulla parità Londra con un +0,03% a 7.020.95.
Lunedì mattina, prima dell’apertura dei mercati azionari, i futures Dow Jones sono scesi dello 0,6% rispetto al fair value, mentre i futures S&P 500 sono scesi dello 0,65%. Anche i futures Nasdaq 100 sono scesi e scambiati con ribassi dello 0,5%.
Sempre nella mattinata di lunedì, il rendimento del Tesoro a 10 anni è balzato al 3,78%, che rappresentava il nuovo massimo degli ultimi 12 anni.
Nella settimana scorsa, il rendimento del Tesoro decennale aveva segnato l’ottava settimana consecutiva di rialzi, raggiungendo il livello più alto da aprile 2010.
Intanto i prezzi del petrolio USA avevano minacciato di estendere le perdite di venerdì, perdendo l’1%. I futures del West Texas Intermediate erano stati scambiati al di sotto di $ 78 al barile, ai minimi da diversi mesi. Sempre venerdì, il Nasdaq aveva guidato al ribasso i principali indici azionari, scendendo dell’1,8%. Il Dow Jones Industrial Average e lo S&P 500 avevano registrato perdite rispettivamente dell’1,6% e dell’1,7%. I quattro principali indici azionari avevano raggiunto nuovi minimi da quando le prospettive di mercato di IBD, il 16 settembre, sono cambiate in “mercato in correzione”.
Lunedì è stata ancora una giornata negativa per i listini statunitensi: lo S&P 500 è sceso dell’1,03% a 3.655,04, il Dow Jones -1,11% a 29.260,81 e il Nasdaq ha perso lo 0,60% a 10.802,92.
Listini di lunedì
FTSE Mib Milano +0.67% a 21.207,25
Dax 40 -0,46% a 12.227,92
Cac 40 -0,24% a 5.769,39
Ftse 100 Londra +0,03% a 7.020.95
S&P 500 -1,03% a 3.655,04
DOW Jones -1,11% a 29.260,81
NASDAQ -0,60% a 10.802,92.