Venerdì hanno chiuso deboli i mercati del Vecchio Continente nell’ultima seduta della settimana. A Milano, il Ftse Mib ha perso lo 0,27%, il Dax di Francoforte ha guadagnato lo 0,24% e il Cac40 di Parigi è salito dello 0,46%. Sui mercati è prevalsa la cautela in vista dell’annuncio sui tassi di interesse da parte della Fed in programma per mercoledì prossimo.
In Italia nel mese di ottobre, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua. Il mese precedente l’aumento era stato dell’8,9% su base annua.
Venerdì i listini statunitensi hanno chiuso tutti in territorio positivo, con gli investitori che sperano che i dati emersi nel corso della settimana tendino ad indicare che l’inflazione potrebbe allentarsi.
Negli Stati Uniti il rendimento del Tesoro a 10 anni è salito al 4,01% venerdì mattina, tendendo a ridurre le perdite di questa settimana.
Sempre venerdì, i prezzi del petrolio negli USA sono diminuiti di oltre l’1% dopo una serie di rialzi di quattro giorni consecutivi. I futures del West Texas Intermediate sono stati scambiati al di sotto di $ 88 al barile.
Venerdì, i listini europei hanno chiuso contrastati. Il Ftse Mib di Milano ha perso lo 0,27% a 22.529,20, il Dax di Francoforte ha guadagnato lo 0,24% a 13.243,33, il Cac40 di Parigi è salito dello 0,46% a 6.273,05. Il Ftse100 di Londra ha chiuso in ribasso dello 0,37% a 7.047.67.
A Wall Street, venerdì, le azioni sono aumentate i dati economici hanno indicato un rallentamento dell’inflazione e un consumo più stabile. Dopo l’apertura di venerdì, il Dow Jones Industrial Average è salito dell’1,2%, mentre l’S&P 500 è salito dello 0,7%. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,6% in azione mattutina, con Amazon scambiato in fondo alla lista. Il rialzo nonostante le perdite di Amazon che ha chiuso a 103,41, con un ribasso del 6,80%. La società ha comunicato dati economici trimestrali inferiori alle attese, con una guida alle vendite deludente per il quarto trimestre. Le azioni Apple, invece, hanno battuto le stime per guadagni e ricavi trimestrali ed hanno chiuso venerdì in rialzo del 7,5%, nonostante che il gigante della tecnologia abbia riportato entrate iPhone più deboli del previsto. Il gigante dei veicoli elettrici Tesla perdeva circa il 2% venerdì mattina, per chiudere alla fine a 228,52, con un rialzo dell’1,52%, mentre il leader tecnologico del Dow Jones Microsoft è salito dopo l’apertura del mercato azionario di venerdì per chiudere poi a 235,87 con un rialzo del 4,02%.
Intanto, l’indice PCE, l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve, è salito dello 0,3% per il mese di settembre, in linea con le stime. Anno dopo anno, è salito del 6,2%, la stima era del 6,3%. Il reddito personale è aumentato dello 0,4% a settembre, appena al di sopra delle stime che prevedevano un aumento dello 0,3%. L’indice dei prezzi PCE tiene conto delle variazioni dei prezzi di beni e servizi acquistati dai consumatori in tutta l’economia.
Hanno chiuso in rialzo tutti i listini statunitensi: lo S&P 500 è salito del 2,46% a 3.901.06, in rialzo il Dow Jones con un +2,59% a 3.901.06 e il Nasdaq ha guadagnato il 2,87% a 11.102,45.
Listini di venerdì
FTSE Mib Milano -0,27% a 22.529,20
Dax 40 +0,24% a 13.243,33
Cac 40 +0,46% a 6.273,05
Ftse 100 Londra +0,25% a 7.073.69
S&P 500 +2,46% a 3.901.06
DOW Jones +2,59% a 3.901.06
NASDAQ +2,87% a 11.102,45.