Venerdì i principali listini europei hanno aperto la giornata in frazionale rialzo dopo la chiusura di Wall Street della giornata precedente, che ha visto i listini statunitensi chiudere in leggero positivo.
In mattinata I futures Dow Jones erano in leggera discesa, dello 0,1%, rispetto al fair value, mentre i futures S&P 500 perdevano lo 0,2%. I future sul Nasdaq 100 erano scesi dello 0,4%. Il rendimento del Treasury a 10 anni era salito di 2 punti base al 3,47%.
In Italia il tasso di rendimento di un prestito decennale è sceso sotto il 3,9%, per la prima volta dal 15 dicembre dello scorso anno, inoltre, lo spread, ovvero la differenza tra il BTP italiano e il Bund tedesco, è scesa a 179 punti base, il minimo dall’8 dicembre.
Nelle giornate precedenti l’attenzione degli investitori era rivolta ai dati relativi all’inflazione negli Usa, per capire quanto successo aveva ottenuto la Federal Reserve nel contenere l’inflazione. I dati, resi noti nella giornata di giovedì, hanno evidenziato che il tasso di inflazione statunitense è sceso al 6,5% a dicembre, in linea con le previsioni. Si tratta di un calo rispetto al 7,1% registrato a novembre e di un ritorno al livello del 9,1% registrato a giugno.
Si ritiene che questa riduzione sia dovuta al calo del 9,4% dei prezzi dei carburanti nel corso del mese. Dopo la diffusione di questi dati, gli indici azionari americani ed europei si sono mantenuti in territorio positivo, alimentati dalle attese per un eventuale rallentamento nel percorso di aumento dei tassi da parte della Federal Reserve. Le obbligazioni hanno
visto il tasso di rendimento dei titoli del Tesoro americano diminuire, con il rendimento del Tesoro decennale che è sceso al 3,45% dal precedente 3,5% di giovedì mattina. Il più vicino dai recenti minimi record. I rendimenti dei Treasury a due anni, che sono più legati alle azioni della Federal Reserve, hanno toccato il punto più basso degli ultimi tre mesi.
Gli investitori prevedono un aumento del tasso di un quarto di punto per il 1° febbraio, una riduzione rispetto ai 50 e 75 punti base dei due incontri precedenti. Inoltre, i mercati ritengono che a marzo ci sarà un ulteriore aumento di un quarto di punto, spingendo l’intervallo al 4,75-5%. Al momento, il mercato scommette che questo sarà il rialzo finale.
Gli analisti finanziari hanno notato che i membri della Federal Reserve stanno suggerendo un ritmo più moderato di inasprimento in futuro. Le probabilità di un aumento di un quarto di punto alla riunione del FOMC del 1° febbraio sono ora del 93,2%, molto più alte del 76,7% registrate ieri e del 35,1% di un mese fa.
Il dollaro USA ha registrato solo un modesto cambiamento in seguito all’annuncio che l’inflazione era diminuita per sei mesi consecutivi, scendendo dello 0,51% e raggiungendo i 102,66 dollari.
Le informazioni dai dati dell’indice dei prezzi al consumo di ieri indicano che la Federal Reserve probabilmente porrà presto fine agli aumenti dei tassi di interesse e che una flessione dell’economia americana potrebbe non essere così grave come previsto.
Venerdì i listini del Vecchio Continente hanno chiuso in leggero positivo. Stabile il Ftse Mib di Milano, che è salito dello 0.19% a 25.783,48, il Dax di Francoforte ha realizzato un +0,19% a 15.086,52. Il Cac40 di Parigi ha guadagnato lo 0,69% a 7.023,50. Anche il Ftse100 di Londra ha chiuso in positivo con un +0,64% a 7.844.07.
Anche i listini azionari statunitensi hanno chiuso in territorio positivo: lo S&P 500 ha guadagnato lo 0,40% a 3.999,09, il Dow Jones è salito dello 0,33% a 34.189,97 e il Nasdaq ha realizzato un +0,71% a 11.079,16.
Listini di venerdì 13 gennaio 2023
FTSE Mib Milano +0,19% a 25.783,48
Dax +0,19% a 15.086,52
Cac 40 +0,69% a 7.023,50
Ftse 100 Londra +0,40% a 3.999,09
S&P 500 +0,34% a 3.983,17
DOW Jones +0,33% a 34.189,97
NASDAQ 100 +0,71% a 11.079,16.