Dopo la chiusura stabile dei listini europei, mercoledì i listini europei erano attesi positivi con attenzione ad una serie di dati macro tra i quali quelli relativi all’inflazione definitiva dell’Eurozona a dicembre, con un consenso di -0,3% mese su mese e +9,2% anno su anno. E i dati resi noti dall’Ufficio statistico europeo (EUROSTAT) hanno evidenziato un calo dell’inflazione per l’Eurozona nel mese di dicembre. L’analisi dei prezzi al consumo ha presentato un aumento del 9,2 per cento su base annua, in linea con la prima rilevazione.
Si è trattato di un calo rispetto al mese precedente, quando il numero era del 10,1%. Rispetto al mese precedente, i prezzi al consumo sono scesi dello 0,4 per cento, che è meno del -0,3 per cento della prima rilevazione, e inferiore al mese precedente quando era del -0,1 per cento.
Il future sull’Eurozona in mattinata veniva indicato a +0,24% e anche i futures relativi ai listini azionari statunitensi erano positivi con un +0,10% quello sul Dow Jones e +0,20% quello sullo S&P500.
Alle ore 12,45 di mercoledì i listini europei recuperavano, portandosi in territorio positivo: il Ftse Mib di Milano era in rialzo dello 0,30% a 26.058,29, il Dax di Francoforte era in parità a 15.189,03 e il Cac40 di Parigi saliva dello 0,14% a 7.087,01.
Marted, il Dow ha registrato un calo superiore all’1% a causa della deludente performance finanziaria di Goldman Sachs che ha spinto l’indice verso il basso. Al contrario, il Nasdaq è rimasto in attivo a causa dell’impennata del valore delle azioni Tesla poiché la segnalazione degli utili societari ha avuto la precedenza.
Gli utili di Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno completato una performance incerta delle principali banche, molte delle quali hanno risparmiato denaro per una possibile recessione economica.
Negli Usa i risultati hanno mostrato che la produzione a New York ha subito un significativo calo a gennaio, poiché le richieste sono diminuite drasticamente e la crescita dell’occupazione si è arrestata, suggerendo una persistente debolezza della performance industriale del paese.
I dati di ieri hanno rivelato che la produzione industriale a New York è diminuita significativamente nel mese di gennaio, poiché gli ordini sono diminuiti e i posti di lavoro non sono aumentati, dimostrando che l’attività industriale è ancora debole in tutta la nazione, inducendo preoccupazioni per una recessione economica.
All’inizio di quest’anno, il mercato azionario ha registrato una performance migliore rispetto allo scorso anno a causa delle aspettative che l’inflazione diminuirà e il mercato del lavoro rallenterà, consentendo alla Federal Reserve di ridurre l’ammontare degli aumenti dei tassi di interesse che erano in corso utilizzato per combattere l’aumento dei prezzi.
Al momento gli operatori del mercato monetario si aspettano un aumento di 25 punti base dei tassi di interesse da parte della banca centrale americana il 1° febbraio. Prevedono che il tasso massimo sarà del 4,9% a giugno, seguito da una diminuzione. La Fed stima che i tassi nel prossimo anno supereranno il 5%.
Morgan Stanley MS.N, dopo aver assistito a un aumento del 5,91% nella giornata precedente, mercoledì ha chiuso a 96,58 $ con un calo dello 0,52%. Il rialzo di martedì si è avuto dopo la diffusione dei dati relativi ai profitti del quarto trimestre che hanno superato le aspettative degli analisti. Tale incremento è stato attribuito all’aumento degli scambi dovuto all’instabilità dei mercati. I dati di Refinitiv suggeriscono che gli utili su base annua delle società S&P 500 dovrebbero diminuire del 2,4% per il trimestre, che è superiore al calo dell’1,6% previsto in precedenza.
In una recente intervista al Wall Street Journal, James Bullard, presidente della Federal Reserve di St. Louis, ha affermato che entro il 2023 i tassi di interesse saranno probabilmente compresi tra il 5,25 e il 5,5%. Inoltre, ha precisato che affinché la politica monetaria sia considerata “restrittiva”, il tasso dovrebbe essere superiore al 5 per cento.
Mercoledì i principali listini europei hanno chiuso all’insegna della stabilità. Il Ftse Mib di Milano ha chiuso con un +0,27% a 26.052,39, il Dax di Francoforte ha perso lo 0,03% a 15.181,80 e il Cac40 di Parigi è salito dello 0,09% a 7.083,39. Il Ftse100 di Londra ha chiuso invece con un -0,26% a 7.830,70.
In ribasso i listini azionari statunitensi:lo S&P 500 ha perso l’1,56% a 3.928,86, il Dow Jones è sceso dell’1,81% a 33.296,96 e il Nasdaq ha realizzato un -1,24% a 10.957,01.
Listini di mercoledì 18 gennaio 2023
FTSE Mib Milano +0,27% a 26.052,39
Dax -0,03% a 15.181,80
Cac 40 +0,09% a 7.083,39
Ftse 100 Londra -0,26% a 7.830,70
S&P 500 -1,56% a 3.928,86
DOW Jones -1,81% a 33.296,96
NASDAQ 100 -1,24% a 10.957,01.
