Il rilascio dei dati statunitensi sui mercati immobiliari e del lavoro, nonché un’analisi più attenta del settore manifatturiero, hanno riportato gli indici statunitensi in ribasso nella giornata di giovedì, già a partire dall’apertura dei mercati.
Anche gli indici del Vecchio Continente sono stati influenzati in maniera sostenuta dal timore che la Fed possa aumentare i tassi in maniera superiore alle aspettative, quando i mercati scontano un prossimo aumento di 25 punti base. La chiusura dei listini di giovedì è stata particolarmente pesante per i listini europei con il Ftse Mib di Milano che ha chiuso con un -1,75%, il Dax di Francoforte che ha perso l’1,72% e il Cac40 di Parigi che è sceso dell’1,86%.
Venerdì, nella mattinata, i listini europei hanno aperto tutti in territorio positivo. Alle ore 10,15 il Ftse Mib di Milano saliva dello 0,56% a 25.740,23, il Dax di Francoforte guadagnava lo 0,33% a 14.970,01 e il Cac 40 di Parigi dello 0,39% a 6.978,85.
Dopo la chiusura in rosso dei listini statunitensi, venerdì le borse asiatiche erano positive, con il Nikkei che saliva dello 0,55%, Hong Kong dell’1,55%, Shanghai dello 0,77%. Gli indici azionari asiatici hanno registrato un aumento venerdì, poiché l’entusiasmo per la ripresa dell’economia cinese ha prevalso sulla preoccupazione per una possibile contrazione economica a livello globale e la possibilità di ulteriori misure restrittive da parte di altre economie.
Per quanto riguarda i mercati statunitensi, venerdì nella mattinata future sui titoli sono saliti venerdì mattina all’alba, mentre gli investitori tentavano di sfruttare al massimo il rialzo di gennaio nonostante le preoccupazioni per la politica monetaria e la flessione degli utili. Il Dow Jones Industrial Average è aumentato di 45 punti, pari allo 0,14%. I future sull’S&P 500 e sul Nasdaq 100 sono rispettivamente saliti dello 0,22% e dello 0,35%.
Tutte le principali borse hanno vissuto una settimana difficile, con il Dow registrando la peggiore performance settimanale dal mese di settembre, un calo del 3,67%. Anche lo S&P 500 e il Nasdaq hanno perso più del 2% rispetto alla settimana precedente. Il crollo si è verificato in seguito al rilascio di dati sull’edilizia e sull’occupazione, nonché a un’ulteriore valutazione della salute del settore manifatturiero.
Il rendimento del titolo del Tesoro statunitense standard a 10 anni è aumentato al 3,473 percento, venerdì rispetto al 3,397 percento di giovedì. Anche l’indice del dollaro è salito dello 0,4% a 102,44 dollari durante la mattinata di venerdì.
Venerdì è stata una giornata positiva per i listini europei: il Ftse Mib di Milano ha chiuso con un rialzo dello 0,70% a 25.775,52, il Dax di Francoforte è salito dello 0,76% a 15.033,56 e il Cac40 di Parigi ha realizzato un +0,63% a 6.995,99. Il Ftse100 di Londra ha guadagnato lo 0,30% a 7.770.59.
In rialzo anche i listini azionari statunitensi: lo S&P 500 ha guadagnato l’1,89% a 3.972,61, il Dow Jones è salito dell1% a 33.375,49 e il Nasdaq ha realizzato un +2,66% a 11.140,44.
Listini di venerdì 20 gennaio 2023
FTSE Mib Milano +0,70% a 25.775,52
Dax +0,76% a 15.033,56
Cac 40 +0,63% a 6.995,99
Ftse 100 Londra +0,30% a 7.770.59
S&P 500 +1,89% a 3.972,61
DOW Jones +33.375,49
NASDAQ 100 +2,66% a 11.140,44.